Castrum Inui

Veduta panoramica del Castrum Inui (Fonte Wikipedia)

 

Situato su entrambe le rive del tratto finale del corso d’acqua noto come Fosso dell’Incastro (sulla via Litoranea, SS. 601), si tratta di un’area archeologica di notevole importanza per l’economia e l’assetto topografico del territorio ardeatino in età antica. Il terreno su cui si trova è caratterizzato da una serie di terrazzi marini, la cui altezza rispetto al livello del mare aumenta man mano che si procede verso l’entroterra. Le indagini geomorfologiche sembrano constatare la presenza di aree lacustri e palustri ai lati del corso d’acqua; le ricostruzioni (operate anche grazie all’ausilio di fonti antiche come Seneca e Marziale) parlano inoltre di un clima sfavorevole, in particolare d’estate.

Il termine Castrum sta ad indicare la natura di insediamento fortificato del sito, mentre Inui è un genitivo latino che fa riferimento a Inuo (Inuus in latino), divinità assimilabile con altre come Pan e Fauno, e dunque legata all’ambito pastorale (proteggeva le greggi).

Il Castrum Inui doveva svolgere sicuramente un ruolo marittimo di grande importanza per l’economia dell’agrum ardeatium, se Ardea viene anche citata nel primo trattato stabilito tra Roma e Cartagine, in cui si definivano le rispettive zone di influenza:

I Cartaginesi non rechino alcun torto alle popolazioni di Ardea, di Anzio, di Laurento, di Circei, di Terracina, nè ad alcuna altra città dei Latini soggetta a Roma” (Polibio, III, 22).

In effetti, è certa la presenza di un impianto portuale in corrispondenza della parte finale del Fosso (compresa una struttura in blocchi di tufo identificabile come una banchina o molo). E’ ormai un dato di fatto, quindi, che il Castrum fosse l’approdo marittimo di Ardea, grazie a cui essa manteneva rapporti commerciali per via marittima con l’esterno (particolarmente favorevole fu il commercio coi Greci). E’ presumibile che la via Severiana passasse nei pressi del Castrum, mettendolo in comunicazione con Ostia e Anzio.

Gli scavi finora condotti hanno messo in luce due aree riconducibili a due differenti utilizzi e cronologie:

  • Area A) la più antica, è databile tra il VI e il I secolo a.C. Si tratta di un’area sacra di notevoli dimensioni (non ancora del tutto indagata), comprendente due templi ai lati di una piazza pavimentata con lastre di tufo che presenta, centralmente, due altari in peperino. L’area dovette essere fortificata con l’innalzamento di una cinta muraria attorno al V secolo a.C., per assicurare la difesa di un insediamento preesistente. Non è stato possibile identificare le divinità venerate nei due templi (Tempio A e B, rispettivamente databili alla seconda metà del III secolo a.C. e VI secolo a.C.), sebbene i reperti architettonici mostrino con ricorrenza la dea Minerva e i suoi attributi divini. La scoperta di quest’area permette di ipotizzare, grazie soprattutto alla localizzazione fornita dalle fonti antiche, di trovarsi di fronte all’Aphrodisium, santuario internazionale dedicato ad Afrodite marina.
Il tempio A (Fonte “www.isolaverdecamping.it”)

 

    • Area B) Le prime strutture appartenenti a quest’area risalgono ai primi decenni del I secolo d.C. Si tratta di strutture connesse con quelle dell’approdo portuale, includibili all’interno di quattro diverse aree. La prima include gli ambienti situati nei pressi dell’argine del Fosso dell’incastro, verosimilmente destinati ad ospitare la merce scaricata dalle imbarcazioni attraccate nel porto-canale; una seconda era destinata ad ospitare coloro che operavano nell’insediamento; una terza area che include camere di calore realizzate al di sotto dei pavimenti e tubuli per l’aria calda sulle pareti, strutture destinate al riscaldamento degli ambienti; una quarta area con strutture destinate all’attività produttiva e artigianale, come una taberna e magazzino, ma ancora in fase di scavo.

     

     

Il pavimento su suspensurae per il riscaldamento degli ambienti (Fonte “www.romanoimpero.com”)

Il sito, dunque, almeno nella sua prima fase, aveva una funzione religiosa e commerciale, data la sua natura di area sacra con annesso approdo marittimo. La funzione sacra è attestata dalle indagini fino al I secolo d.C. Castrum Inui era, inoltre, un centro di commercio di notevole importanza, non ad esclusivo utilizzo dei Rutuli ma anche di altri popoli e città.

 

 

Fonte: DI MARIO 2007 “Ardea, la terra dei Rutuli tra mito e archeologia: alle radici della romanità. Nuovi dati dai recenti scavi archeologici”