Area archeologica di Casarinaccio

Fonte “wikimapia.org”

Nel corso degli scavi effettuati fra il 1926 e il 1934, venne riportato alla luce un importante complesso monumentale costituito principalmente da una basilica e un tempio. Quest’ultimo presentava una lunghezza originaria superiore ai 30 m, come si deduce dal podio (unico rimasto).

La basilica si trova poco più ad ovest, e venne completamente scavata da archeologi svedesi fra il ’32 e il ’34 (Boëthius, Holmberg) e da Morselli e Tortorici nel 1982 e fra il ’91 e il ’97. Essa presenta una pianta rettangolare, e misura 45,80 x 23,80 m. Fu oggetto di diversi interventi di ricostruzione e restauro, in seguito, probabilmente, ad un suo grave danneggiamento.

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L’interno è suddiviso in tre navate da due file di nove colonne. La facciata principale, a pilastri, era rivolta verso sud, mentre un’apertura nell’angolo sud del lato orientale portava in un portico di sette colonne da cui, con una scala di sette gradini, si accedeva all’area del tempio. I recenti scavi hanno individuato diverse fasi di rifacimento, tra la metà del I secolo e il II secolo d.C. Durante le operazioni di costruzione della basilica (nello specifico il portico), venne effettuato il taglio del banco naturale di tufo su cui poggia il vicino tempio, guadagnando spazio per la costruzione del portico.

Le indagini effettuate dagli svedesi in quest’area rilevarono una cavità che non venne ulteriormente esplorata per evitare possibili danni. I recenti scavi del dott. Di Mario, però, hanno portato ad un approfondimento in questo senso, mettendo in luce un deposito di oggetti connesso con le attività del tempio.

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Al di sopra di questa cavità, un foro nella pavimentazione permetteva l’introduzione di oggetti non più utilizzabili o non più in uso (tutti comunque connessi con le attività sacre svolte nel tempio o con la decorazione architettonica dello stesso), che dalle analisi sono risultati essere stati gettati nel deposito tutti nello stesso momento, connessa con le attività del vicino tempio e in tempi precedenti all’erezione della basilica.

Le indagini condotte su questi oggetti hanno portato a confermare almeno la presenza di un culto di Ercole.

Fonte: DI MARIO 2007 “Ardea, la terra dei Rutuli tra mito e archeologia: alle radici della romanità. Nuovi dati dai recenti scavi archeologici”